SU CUNNU E SA MINCA – parte uno – Macomer (NU) - Bolzano Trasgressiva

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Fra me ed Italo è stato un colpo di fulmine. Da quando sono stata assunta IN AZIENDA, c'era sempre attrazione sessuale tra di noi, ma la politica aziendale vieta qualsiasi tipo di relazione tra dipendenti. Spesso scherzavamo dicendoci: "ti farei di tutto” oppure "ti scoperei dal mattino alla sera, ma la paura di rovinarci professionalmente e personalmente era troppa. Dopo mesi di sesso platonico, gli ho detto chiaramente che dovevamo incontrarci da soli e, sapendo che la mamma della fidanzata era malata, gli ho dato l'indirizzo di un hotel di Nuoro. Sono riuscita a convincerlo a stare insieme per una notte, mentre la fidanzata era a Cagliari da sua madre. Contando i minuti fino al suo arrivo, ho programmato tutte le emozioni e tutte le cose che desideravo dire e fare. L'ho accolto alla porta della camera indossando soltanto una maglietta nera e le calze, ed ho notato che sa minca stava già uscendo dai pantaloni. Quella cosa mi ha eccitata all'istante, ho versato due bicchieri di prosecco del mini-bar. Lui non ha perso tempo e, mentre parlavo, ha scaraventato la sua lingua nella mia bocca, giocando con le dita coi miei capelli lunghi. Mi sentivo così bene che ho quasi dimenticato che questo era il nostro primo appuntamento. Il suo tocco era così naturale e familiare che sembravamo due amanti navigati. De resto, ormai sapeva tutto di me: com'era stata la mia infanzia, i dettagli della mia vita sessuale e gli uomini che ne avevano fatto parte. Mentre mi stringeva e continuava a baciarmi, gli ho chiesto se era contento di essere lì con me. Uno sguardo mi ha mostrato tutto ciò che volevo sapere. Ho slacciato la sua camicia con una mano, ho abbassato le dita sul suo petto ed ho iniziato a togliergli i pantaloni. Sentivo il calore del suo cazzo e le forti pulsazioni mentre lo afferravo e lo massaggiavo su e giù senza nessun pudore. Volevo che quella notte durasse per sempre, non mi interessava una semplice scopata con lui. Con l'altra mano, ho accarezzato i suoi coglioni grattandoli con le unghie. Gli ho levato completamente i pantaloni ed ho preso il suo pene duro in bocca. All'inizio solo la punta, ma poi tutto, fino ad arrivarmi in gola. Ho continuato a leccarlo su e giù mentre le mani si attorcigliavano alla base ed allo scroto. Italo mi spingeva la testa in avanti e ogni tanto chiudeva gli occhi per concentrarsi sulle sensazioni provocate dalle mie mani e dalla mia bocca, finché ho sentito che stava per eiaculare. CONTINUA

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