GAY, SOTTOMESSO, MA FELICE - 1^ puntata – Durazzo (Albania) - Bolzano Trasgressiva

GAY, SOTTOMESSO, MA FELICE - 1^ puntata – Durazzo (Albania) - Bolzano Trasgressiva

Questo racconto parla di Yari (io) e del mio “padrone” Darko. Siamo tutti e due albanesi di Durazzo e lavoriamo in un call center per conto di una grande compagnia telefonica italiana. Conosco bene la lingua perchè l'ho studiata a scuola e volevo emigrare in Italia. Poi ho incontrato lui e ho rimandato i miei progetti. Sono diventato il suo schiavo quando avevo appena 21 anni; lui era giovane, bello, muscoloso e aveva un cazzo più lungo del mio.
Quando l'ho conosciuto, era un capo assistente, cioè uno che controllava gli operatori in risposta. Gli piaceva comandare e non nascondeva di essere omosessuale. Anzi il direttore dell'azienda, gay pure lui, gli aveva fatto fare un po' di carriera e si vociferava che avessero avuto una relazione. La prima volta fu per caso. Uscii per ultimo da un corso di aggiornamento e lui mi trattennne con una scusa. Mi accompagnò nel suo ufficio, disse che il mio rendimento era scarso, ma che mi avrebbe protetto perchè aveva una cotta per me. Inutile aggiungere che ci siamo baciati, lui ha chiuso la porta a chiave e io gli ho fatto un pompino. Poi mi fece firmare un foglio dicendo che era per passare da precario a tempo determinato di 1 anno e, come due innamorati, ci demmo appuntamento il pomeriggio seguente nel mio monolocale in zona università. Eravamo entrambi in turno di riposo e Darko arrivò con un sacchetto che conteneva un collare e guinzaglio. Mi afferrò per i capelli e mise il collare intorno al mio collo.
- Questo succede ogni volta che stiamo insieme senza estranei, come da contratto.
- Quale contratto?
- Quello che hai firmato ieri sera, ricordi?
Capii che mi aveva truffato, ma ero già innamorato di lui. Si alzò con il guinzaglio in mano e mi tirò in un angolo della stanza.
- Quando torno sarai in ginocchio, i vestiti se ne andranno e tu resterai nudo... nudo come un cane... appunto. Uscì dalla stanza e io seguii i suoi ordini.
In pochi minuti Darko tornò, ma non era solo, dietro di lui, a quattro zampe con un identico guinzaglio, c'era una ragazza. Corti capelli neri, seno piccolo e culo grosso. Il suo nome era Tanja. 
- Questa è la mia ultima cagna, vedrai come funzionano le cose.
Disse lui con un sorriso. Tanja salì sul divano, si sdraiò sulla schiena con la testa penzolante all'indietro. Darko cominciò a scopare la sua bocca, prima piano e poi sempre più più veloce. Dopo qualche minuto, borbottò qualche parola volgare e si tirò indietro, sputando il suo sperma su tutti gli occhi, la faccia e tra i capelli. Veramente un casino!

CONTINUA

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